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I paradossi del turismo italiano

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Il 2013 dovrebbe essere l’anno del rilancio del turismo in Italia e per questo sono state messe su, un gran numero d’iniziative di promozione per far conoscere all’interno del territorio e all’estero, quelle che sono le bellezze artistiche, culturali e naturali del belpaese. L’Italia è poi oggi molto più collegata che in passato e quando non va bene il treno, ci sono ad esempio i voli Milano-Napoli a collegare il capoluogo lombardo con quello campano.

Recentemente è stata realizzata un’analisi realizzata da Confartigianato, nel triennio 2009-2011 ogni anno sono stati investiti mediamente 939 milioni e 600 mila euro per la promozione turistica delle 21 regioni e province autonome italiane. Si tratta di una spesa che è andata crescendo moltissimo negli ultimi anni ma che non ha fatto registrare lo stesso tasso di crescita per arrivi e presenze, creando peraltro un paradosso incredibile, che evidenzia come chi spende di più, riceve meno visitatori.

La Valle d’Aosta per esempio grazie all’autonomia ben sfruttata che le garantisce disponibilità finanziarie rilevanti, ha impiegato nel sostegno al turismo ben 50,2 milioni di euro in media l’anno, impiegando di fatto 16,1€ per ogni presenza. La Sicilia poi ha investito mediamente 126 milioni e mezzo l’anno, spendendo conti alla mano, 9,2€ per turista. L’Emilia Romagna ha speso meno della metà della Sicilia (56,9 milioni l’anno), accogliendo però il triplo dei visitatori, cosa che si traduce in un differenza di ben 6 volte.

Solamente il Molise e la Basilicata hanno speso come la Sicilia per quanto riguarda il costo per ogni visitatore. Tuttavia spendere molto non basta, visto che la Sicilia è al decimo posto per quanto riguarda le visite, mentre Molise e la Basilicata sono invece rispettivamente ultima e penultima.

Altrettanto incredibile è il fatto che le sei Regioni e Province a statuto speciale (Sicilia, Sardegna, Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Trento e Bolzano) assorbano il 46,4 per cento del budget complessivo, riuscendo però complessivamente a ottenere minori risultati rispetto ad altre regioni d’Italia.

Il Veneto ad esempio spende 60 centesimi a turista, mentre la Toscana (seconda regione più visitata dai turisti) 1,5€/turista, esattamente come l’Emilia Romagna terza in classifica. La Lombardia per quanto sia molto più grande della Valle d’Aosta, negli ultimi 3 anni ha speso molto meno.

Tali disuguaglianze portano a due conclusioni. La prima è che nelle uscite delle Regioni si annidino inefficienze, diseconomie di scala in particolare per le Regioni più piccole, inappropriatezze e sprechi. La seconda è invece che certe regioni per limiti strutturali e che abbiano raggiunto ormai la loro dimensione turistica in tema di numero di visitatori. Limiti che non possono essere superati se non con azioni che vadano ad agire alla radice e che non prevedano un semplice “rifarsi il trucco”.

I paradossi del turismo italiano ultima modifica: 2013-08-22T19:30:01+02:00 da Salvatore

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